Il ponte sospeso

Il ponte sospeso.
Quando avevo quattordici anni facevo ancora le ferrate in montagna, poi, ahimè, ho smesso.
Le Dolomiti le conoscevo come il pane per i miei denti, e ricordo ancora la bellissima ed impegnativa ferrata "Di Bona" sul Cristallo, che molti di voi conosceranno sicuramente.
C'era ancora il mio caro zio vivo, e molti altri, che poi sene sono andati. Il cielo era azzurro terso. Sole, freddo per essere estate.
Oggi non ce le ricordiamo più le estati in montagna fresche.
Quel giorno decidemmo, in gruppo, di fare questa "Di Bona", definita da moltissimi del luogo la "Regina" delle ferrate delle Dolomiti. La cosa interessante di essa è che è tutta in discesa.
Mai in salita. Si arrivava in cima al massiccio roccioso del Cristallo, lato Cortina D'Ampezzo, con un'ovovia (oggi purtroppo dismessa) che ti portava fino a 3350 mt.
Da lì, quasi a toccare il cielo, si partiva per scendere fino a circa 1400 mt.
E dopo un primo pezzo con roccia e cavi di sicurezza, arrivava lui, il "ponte sospeso".
Inizialmente costruito in legno e poi rafforzato con corde di acciaio.
E sotto, il baratro. 600 mt di strapiombo di roccia, non vedevi quasi mai la fine, per le nubi sotto.
Ma il baratro lo sentivi su di te, eccome.
E saliva l'angoscia, quella vera, quella di morte.
I passi andavano lenti, uno di fronte all'altro, si sentiva il legno sotto gli scarponi in goretex scricchiolare.
Ed intanto, mentre ero spospeso, speravo di arrivare presto dall'altra parte, dove mi aspettava il secondo massiccio di roccia.
Sentivo i brividi sulla mia pelle, e li sento ancora adesso nello scrivere e ricordare quel momento.
Mentre ero li sopra, c'era silenzio. Vento. Freddo. Immobile.
Sembrerà a voi strano, ma questa sensazione la risento pari pari oggi, al termine di una pandemia globale che ha cambiato il mondo, ed all'inizio di una guerra che sta attivando una regerssione democratica mai vista prima.
Ma il ponte, se pur sospeso, ha sempre un altro lato, un'altra rocca a cui si attacca. Altrimenti non sarebbe sospeso.
E' un pò un paradosso, perchè mentre sei sopra sembra non esserci fine.
Ma la roccia è lì, che ti guarda.
E poi, arrivati sull'altra sponda del ponte, iniziammo a scendere tra le rocce, con zio che mi teneva la mano.
Perchè quando siamo sospesi, non siamo mai soli, anche se sembra.

